Il primo romanzo dedicato alle avventure del re del terrore “mai lette a fumetti” è ora un ebook disponibile per iPad e Kindle
Diabolik, creato nel 1962 da Angela e Lucina a Giussani, è uno dei fumetti italiani di maggior successo. Vero e proprio cult ha conquistato territori contigui al fumetto come il cinema, la radio, l’animazione e, prossimamente, la televisione. Ma soprattutto è stato il primo fumetto italiano a sbarcare nel mondo delle App raggiungendo risultati spettacolari.  
Da dicembre 2012 arrivano finalmente in digitale anche i romanzi delle sue avventure, mai lette a fumetti, firmate da Andrea Carlo Cappi.
La serie composta da 5 romanzi, uno dei quali in lavorazione, è un singolare e raffinato esperimento letterario che unisce la grande tradizione dell’avventura salgariana, l’inventiva di una pietra miliare del fumetto italiano e una solida struttura narrativa che non ha nulla da invidiare a maestri come Ian Fleming, Richard Stark e Clive Cussler.
In questo primo romanzo, La lunga notte, Diabolik, accompagnato da Eva Kant, viaggia da Clerville fino all’Estremo Oriente sulle tracce di cinque preziosi talismani di giada cui ha dato la caccia fin dal principio della sua carriera criminale.
Ma i talismani sono ambiti anche dalle Triadi dell’esotica città di Gau Long e da un misterioso personaggio che sembra conoscere ciò che nemmeno Diabolik sa del proprio passato...

Diabolik - La Lunga notte è in vendita a 5,90 sul sito ww.dbooks.it e viene fornito contemporanemante in tre formati: ePub, Mobi e Pdf. Il volume contiene un ricco dossier, corredato da molte immagini. che racconta il successo editoriale e commerciale di cinquant’anni vissuti Diabolikamente. 

Il volume è acquistabile anche in tutte le principali librerie digitali italiane e negli Stati Uniti dal sito Words from Italy



Dal trailer qui sotto capirete iquello che sarà la serie tv dedicata a Diabolik. La lavorazione di questo progetto a lungo atteso sono cominciati già nel 2011ma la serie tv vedrà ufficialmente la luce nel 2014.
Ovviamente il Diabolik tv sarà fedele al personaggio creato dalle sorelle Giussani ma verrà, come sempre accade in ogni trasposizione, attualizzato.

Non ci resta che aspettare e goderci il trailer.



Qui trovate una bella fotogallery

Andrea Carlo Cappi, nato nel 1964, vive tra l'Italia e la Spagna. Ha pubblicato una trentina di libri fra romanzi, saggi e raccolte di racconti. 
Autore di una saga di romanzi originali dedicati a Diabolik & Eva Kant, ha firmato anche co-sceneggiature, romanzi e racconti con protagonista Martin Mystère e ha collaborato alla serie "Mata Hari" su RadioRai. 
Su Segretissimo Mondadori pubblica le avventure di Carlo Medina e di Mercy "Nightshade" Contreras (queste ultime sotto il nome François Torrent). 
Tra le pubblicazioni più recenti: "Le grandi spie" (Vallardi, 2010), "Il Visconte" (Sperling & Kupfer, 2011, a quattro mani con Paolo Brera), gli ebook "Le surreali inchieste del commissario Magritte" (MilanoNera, 2011) e "Il gioco della dama" (CerchioGiallo/dbooks, 2012) e il saggio-indagine su Marilyn Monroe "La donna più bella del mondo" (Aliberti, 2012). E' direttore editoriale del sito www.borderfiction.com, per il quale cura e presenta gli incontri di "Borderfiction Eventi".

Il suo romanzo Diabolik - La Lunga notte è in vendita a 5,90 sul sito ww.dbooks.it e viene fornito contemporanemante in tre formati: ePub, Mobi e Pdf. Il volume contiene un ricco dossier, corredato da molte immagini. che racconta il successo editoriale e commerciale di cinquant’anni vissuti Diabolikamente. 

Il volume è acquistabile anche in tutte le principali librerie digitali italiane e negli Stati Uniti dal sito Words from Italy

Angela e Luciana Giussani saranno sempre ricordate soprattutto per aver ideato Diabolik, il personaggio più noto e celebrato del fumetto italiano, nel 1962. Ma il loro secondo colpo di genio, per certi versi ancora più originale e ricco di potenziali sviluppi del primo, data marzo 1963 e si chiama Eva Kant.
Una donna come solo due donne potevano inventare, diversa da tutte le eroine che l’avevano preceduta e da tutte quelle che tenteranno, invano, di imitarne il fascino. Nessun altro personaggio ha rappresentato così puntualmente i sogni degli italiani e le aspirazioni delle italiane.


Bionda, bellissima, occhi verdi, la compagna del Re del Terrore appare per la prima volta nell’episodio L’ARRESTO DI DIABOLIK. Lady Kant è vedova di tale Lord Anthony Kant, ambasciatore del Sudafrica morto in circostanze misteriose e sospette. È stato infatti sbranato da una pantera, ufficialmente nel corso di una battuta di caccia. Ma si dice che, in realtà, a spingerlo nelle fauci della belva sia stata la moglie. E lei, al suo primo incontro con Diabolik, dichiara, quasi vantandosene, di essere una donna pericolosa, con trascorsi di avventuriera e spia industriale. Dimostra immediatamente una freddezza e una determinazione pari a quella di Diabolik, salvandolo in extremis dalla ghigliottina. Nel tempo ammorbidirà la propria immagine con una sensualità raffinata e misteriosa, antitetica a ogni volgarità, costruendo un rapporto di coppia solidissimo e basato sulla condivisione dello stesso stile di vita.
Per qualche anno Eva accetta un ruolo di spalla, subordinata alle decisioni di Diabolik. Ma poi comincerà un percorso di crescita che la porterà a essere sempre più autonoma, indipendente, libera. E lui le lascia sempre più spazio. Capisce quanto abbia bisogno di lei, e quanto rispetto le debba.
Oggi Eva Kant riesce a brillare di luce propria, anche a fianco di Diabolik. E, ogni tanto, perfino da sola.


Sempre più spesso Eva è stata il personaggio principale di significativi episodi della serie regolare (uno per tutti: L’OMBRA DELLA MORTE del 1994, in cui Diabolik è fuori causa per 100 pagine su 120) ed è diventata il testimonial privilegiato di manuali di divulgazione (Senza paura, ed. BD) di campagne pubblicitarie (Renault Twingo), videoclip musicali (Tiromancino) e mille altre iniziative.



Ma la consacrazione del successo è stata la conquista di una “vera” testata: nel 2003 è apparso in edicola, e con grande successo, l’albo speciale EVA KANT – QUANDO DIABOLIK NON C’ERA. Ci sono voluti decenni, ma alla fine Eva l’ha spuntata. Perché è ambiziosa, testarda, pragmatica, determinata. Come Diabolik.


Dal sito Diabolik

Diabolik, il primo eroe negativo, capostipite delle future generazioni di fumetti neri, nasce grazie alla genialità di due giovani signore, le sorelle Angela e Luciana Giussani. Entrambe milanesi, hanno dedicato tutta la loro vita lavorativa al ladro in calzamaglia nera. Angela, che aveva ottenuto il diploma di maestra nel dopoguerra, pensò di intraprendere la propria carriera professionale all'interno del mondo editoriale, che la affascinava. Giovanissima, nel 1946 sposò Gino Sansoni, (un imprenditore che aveva fondato la Casa Editrice Astoria, piccola società che cercava il proprio spazio all'interno del mondo dell'editoria per giovani) e cominciò a collaborare saltuariamente con il marito, ma già agli inizi degli anni Cinquanta la sua presenza professionale era un dato di fatto.
Luciana Giussani raccontava così gli avvenimenti che portarono alla fondazione della casa editrice Astorina, che dal 1962 pubblica Diabolik: “Mia sorella non aveva certo il carattere della casalinga, per cui preferiva il lavoro. E fu così, a poco a poco, che ci venne l'idea di creare una testata tutta nostra. A quel tempo Gino Sansoni aveva la casa editrice di nome Astoria e noi, quasi per gioco, chiamammo la nostra Astorina, proprio per far capire  che era più piccola, senza tante pretese.”
A che le chiedeva coma nasce un personaggio, Angela Giussani amava ripetere: “La cosa più importante è avere l'idea giusta.” 



Narra la leggenda che un giorno Angela avesse trovato in treno un libro tascabile, edizione italiana di un feuilleton francese, cui mancavano la copertina e le pagine iniziali. La signora si entusiasmò a tal punto per quella sia pur monca lettura che decise di creare per il mondo dei fumetti un personaggio che avesse le stesse caratteristiche noir. Lei stessa raccontava come poi il marito, di ritorno da un viaggio a Parigi, le avesse portato in regalo una cinquantina di libri tascabili di Fantômas, acquistati sulle bancarelle lungo la senna. L'idea divenne progetto editoriale: un albo di formato tascabile, rivolto essenzialmente a un pubblico adulto. Il protagonista sarebbe stato un eroe nero, mascherato, dal nome evocativo e ricco di fascino: Diabolik. Il primo novembre del 1962, con un logo studiato da Remo Berselli, appare nelle edicole italiane il primo numero di Diabolik (titolo evocativo: Il re del terrore, sottotitolo a rincarare la dose: “Il fumetto del brivido”) al prezzo di 150 lire. I testi erano di Angela Giussani, i disegni di un certo Zarcone, misteriosissimo personaggio, soprannominato “il tedesco” per i suoi capelli biondissimi, di cui si sono perse le tracce da allora.
Rileggendo oggi quel primo episodio possiamo dire che l'impostazione del personaggio era già perfettamente delineata: Diabolik era un ladro di un'abilità e un'ingegnosità fuori dal comune, capace di assumere diverse fisionomie grazie a maschere di plastica sottilissima, che lui stesso aveva inventato e provvedeva a realizzare. Per avversario ecco subito l'ispettore Ginko, poliziotto integerrimo che, da allora, ha dedicato tutta la sua vita professionale alla caccia dell'inafferrabile ladro.
Il fumetto era un giallo, ma aveva in sé anche tutte le caratteristiche del nero: presto i lettori si resero conto che il loro eroe era un criminale, certo, ma stranamente non privo di alcuni principi “etici”. Un personaggio fuori dalla società, comunque non peggiore di certi elementi che in quella stessa società occupavano posizioni di potere e di prestigio. Una formula di sicuro successo perché, per citare Umberto Eco, “Si prova una soddisfazione non del tutto pacifica (ma per questo più eccitante) nel parteggiare per il cattivo.”
Il 1962 rappresenta una svolta nel mondo del fumetto non solo per la comparsa dell'eroe nero, ma anche per una grande invenzione: il “formato Diabolik”: piccoli albi tascabili con due o tre vignette a pagina, abbastanza grandi per ospitare campi lunghi (necessari al fumetto d'azione) ma utilizzabili anche per dialoghi ricchi e articolati. Le sorelle Giussani, che allora abitavano vicino alla stazione Nord, avevano voluto creare un formato adatto alla lettura in treno, calibrato per le migliaia di pendolari che ogni giorno vedevano passare sotto le loro finestre. Una geniale intuizione di marketing, non casualmente copiata negli anni successivi da decine di editori del settore.
Se le prime storie erano scritte dalla sola Angela, dal numero 14 (La donna decapitata) anche Luciana fu coinvolta ufficialmente nella realizzazione dei testi: le sorelle avevano formato una formidabile coppia creativa, che si firmava semplicemente “A. e L. Giussani”.
Angela e Luciana Giussani si sono dedicate sempre e solo a Diabolik, e ne sono state ampiamente gratificate: il personaggio continua a godere di un ottimo successo, grazie anche all'immutata qualità delle storie e al ritmo delle sceneggiature. Quando Angela morì, il 12 febbraio del 1987, Luciana continuò tenacemente a condurre la testata da sola, perché la coraggiosa avventura iniziata con la sorella non dovesse interrompersi. Chiamò nuovi collaboratori e coinvolse vecchie amicizie (nel '92 mise Patricia Martinelli alla direzione delle testate, nel '98 affidò  a Mario Gomboli la gestione della Astorina srl) ma continuò a elaborare personalmente soggetti e sceneggiature sino alla fine, sopraggiunta il 31 marzo 2001. La sua più grande soddisfazione fu di sapere che Diabolik era entrato saldamente nell'immaginario collettivo degli italiani, al punto che anche che non ha mai letto un episodio dell'eroe in calzamaglia nera è in grado di riconoscere i suoi occhi gelidi, la sua nera silhouette, il sibilo (swiisss) del pugnale che colpisce inesorabile.
Diabolik è sempre stato in continua evoluzione. Già a metà degli anni '60, mentre gli imitatori/concorrenti (definiti “la banda dei K”) cercavano il successo puntando su violenza, sesso e morbosità varie, le sorelle Giussani ritoccarono il carattere del Re del terrore eliminando tutti gli elementi che potessero farlo anche solo vagamente assomigliare a un sadico serial killer e sviluppando invece l'aspetto poliziesco delle storie. Non a caso. Nel '65, l'autodefinizione: ”Il fumetto del brivido” venne modificata in: “Il giallo a fumetti”. Ma l'operazione non fu solo di facciata: per rendere sempre più “vivo e vero” il mondo di Diabolik, le Giussani presero a collegare le storie con l'attualità coinvolgendo mafiosi e contrabbandieri di droga, politici corrotti e mercanti di schiavi, galeotti in rivolta e organizzatori di combattimenti tra cani. Proprio a questo tema Luciana Giussani dedicò la sua ultima sceneggiatura: Furia bestiale, apparsa nel novembre 2000.
Indubbiamente il merito dell'ininterrotto successo della testata va a questa evoluzione amorevolmente concepita e seguita in ogni dettaglio. E che continua tuttora, seguendo la linea editoriale indicata dalle geniali sorelle. Ogni mese appare in copertina un albo inedito che – esplicitamente o in modo subliminale – aggiunge qualcosa ai personaggi, alla loro vita, alle loro caratteristiche. Lo stesso, in maniera ancor più evidente, si verifica nelle lunghe storie de “Il Grande Diabolik”, lo speciale estivo e in qualche caso semestrale dal 2003 (con episodi dedicati ai misteriosi trascorsi di Eva Kant e alle vicende dell'ispettore Ginko). Anche i volumi da libreria della Astorina hanno per fine una rivisitazione del mondo di Diabolik o la ricerca di nuovi punti di vista da cui osservarlo. E quando lo spazio delle storie disegnate non basta, ecco si passa a sperimentare nuovi media: i cartoni animati, la televisione, la radio, la pubblicità, il cinema... perché Diabolik non è solo un personaggio “di carta”: è un Personaggio tout court. E con la P maiuscola.
Andrea Carlo Cappi

Proseguendo la strada battuta con la fortunata intuizione di dar vita alle avventure fumettistiche di Martin Mystère nelle pagine di un romanzo, con Diabolik-La lunga notte Andrea Carlo Cappi si cimenta con una vera e propria icona dell'immaginario nostrano. Diabolik non è solo l'unico fumetto "nero" italiano degli anni Sessanta a esser sopravvissuto al mutare dei tempi, è diventato un punto di riferimento nel costume, simbolo del crimine incarnato ma anche dell'avventura jamesbondistica che non ha tempo né precisa collocazione storica perché appartiene alla fantasia di tutti noi. E, da questi elementi che già segnarono il successo del personaggio inventato dalle sorelle Giussani, Cappi è riuscito a creare un romanzo che è ben più di una semplice trasposizione di un fumetto. In realtà, come anche per Martin Mystère, usare il termine novelization sarebbe riduttivo.
 Cappi (esperto bondologo, traduttore e autore di romanzi originali per i quali, curiosa alchimia editoriale, si firma con uno pseudonimo) conferma nuovamente di conoscere non solo vita, morte e miracoli di Diabolik, ma soprattutto di padroneggiare i meccanismi narrativi del genere e crea un universo nuovo anche se perfettamente coerente con quello fumettistico. La scelta di ambientare l'avventura intitolata La Lunga Notte in Oriente è l'esempio più felice di questa capacità di cogliere gli elementi di partenza elaborandoli secondo il proprio gusto. Sappiamo che il criminale mascherato, prima di approdare a Clerville, ha operato in Oriente ma raramente lo abbiamo visto agire in contesti esotici, comunque mai così dettagliati ed elaborati con una perfetta conoscenza dell'universo di John Woo e Jackie Chan. Ne scaturisce un'avventura dal ritmo cinematografico a tratti sorprendentemente realistica (tanto che le scene di combattimento a mani nude sono state coreografate da un vero maestro di arti marziali prima di essere riportate sulla pagina) ma ricca di tutto quel fascino magico dei vecchi film di 007. E non finisce qui perché Diabolik tra la caccia a una serie di mitici talismani, duelli con le Triadi e immersioni subacquee (anche qui perfettamente documentate e riprodotte con un'abilità che eguaglia le sequenze sottomarine di Operazione Tuono) trova il tempo di illuminarci su frammenti del suo passato rimasti inediti nella saga a fumetti e interagire con la mitica Eva Kant.
È questo un nodo centrale che Cappi riesce a individuare e svolgere con abilità perché ricordiamolo, gran parte del segreto di Diabolik si cela nella miscela tra avventura e sentimento. 


La sopravvivenza di Diabolik rispetto ai suoi colleghi neri risiede proprio nell'aver compreso l'esistenza di un vasto pubblico femminile che cerca romanticismo ma anche intrigo, fascino, atmosfera, tutti elementi che già il fumetto ha saputo sfruttare con una delicata miscela di equilibri e che ritroviamo ne La lunga notte adattati al ritmo della narrazione romanzesca.
L'intera vicenda ruota intorno a una serie di cinque oggetti di giada risalenti a 2500 anni fa che, riuniti, assicureranno a chi li possiede un immenso potere. La ricerca del malloppo s'intreccia con la spietata caccia che l'ispettore Ginko, il nemico di sempre, scatena contro Diabolik, questa volta sostenuto dall'ordine del ministero degli Interni di Clerville che ha decretato l'eliminazione con ogni mezzo del re del crimine. Una situazione difficile per Diabolik che intravede anche il miraggio di poter scoprire finalmente la verità sulle sue origini familiari. E l'avventura comincia ponendo in campo personaggi inquietanti e pittoreschi nel più classico stile del feuilleton.
Rivelare di più, come recita una vecchia formula, significherebbe privare il lettore del piacere della scoperta, preferibile sottolineare l'ottimo lavoro di ricostruzione del mondo "anni Sessanta" dove Parigi diventa Clerville, Ghenf è Marsiglia e Gau Long una Hong Kong da favola e, fortunatamente, gli eroi e i loro nemici si affrontano con gadget e marchingegni ingegnosi ma non hanno il cellulare. Insomma Cappi supera anche questa prova con l'abilità del consumato veterano della narrativa di genere, dribblando gli ostacoli e regalandoci una lunga avventura che si segue come un film, o, forse, con la leggerezza di un fumetto.
 
La lunga notte è un romanzo divertentissimo. L'ho divorato in un paio di pomeriggi e me lo sono gustato sino in fondo. 
Non mi sono preoccupato molto di vedere se Cappi ha rispettato i canoni, per me quando un romanziere (e Cappi di certo lo è) prende in mano un soggetto mitico deve anche darne una lettura personale. Direi comunque che Andrea sia riuscito a far quadrare il cerchio raccontando una storia che soddisfa i fans più sfegatati ma ha anche scritto un'avventura "personale" che non potrebbe aver narrato un altro. Questo perché La lunga notte nasce da una riuscita commistione di due qualità fondamentali per uno scrittore di genere.
 La prima è l'entusiasmo. Cappi ha creduto nel personaggio, l'ha preso sul serio, si è appassionato alla saga e l'ha fatta sua. La seconda qualità è la conoscenza del genere, il thriller avventuroso anni Sessanta-Settanta offre più di uno spunto per creare un romanzo di grande appeal. 
Ne La lunga notte troviamo non solo tutto Diabolik ma anche richiami puntuali e documentati alla cultura popolare cinematografica e letteraria dell'epoca. C'è un pizzico di Bond (be', forse un po' più di un pizzico) molto dei Segretissimo di quegli anni (a proposito avete notato che i componenti della squadra del servizio segreto francese incaricata di uccidere Diabolik hanno i cognomi di famosi e non dimenticati scrittori di spionaggio francesi di quegli anni?), l'avventura esotica, le ambientazioni glamour e poi gli oggetti, i luoghi che sono di quel mondo meta-reale inventato dalle sorelle Giussani che, giustamente, non è stato attualizzato. Trucchi da fantascienza e maschere che riproducono perfettamente il volto umano ma niente telefonini. È un piacevolissimo tuffo nel passato. E poi ci sono novità e passioni di Cappi perfettamente adattate al mondo di Diabolik. Il cinema del Kung Fu, le immersioni subacquee sono tra le occasioni in cui meglio si esprime la sua vena di narratore d'avventura. Anche qui la sua professionalità dà vita a una irrealtà plausibile, spettacolare eppure verosimile. 
L'abilità di Cappi sta nell'apprendere informazioni dai suoi consulenti (di immersioni subacquee e arti marziali) rimasticandole senza renderle noiose con dettagli troppo tecnici, un lavoro che generalmente (ma non sempre) viene svolto sul set di un film e raramente in un romanzo.
Ecco, forse sta proprio qui il trucco o meglio quel plusvalore che mi spinge ad apprezzare questo libro più che altri. Non è un fumetto, non è un film, è un libro ma conserva, non solo per l'argomento che tratta, le suggestioni migliori di queste forme di narrativa. La storia è intricata al punto giusto, la scrittura veloce, le scene si inanellano con un'abile alternanza di azione e indagine, una formula che troppo spesso non riusciamo a trovare né nei film, né nei romanzi e, purtroppo, neppure nei fumetti di questi ultimi tempi. 
E poi La lunga notte si può leggere in due modi, anzi sarebbe da rileggere due volte (magari comprandone due copie…). La prima volta per seguire la storia e vedere come finisce, la seconda per cogliere tutte le citazioni, le strizzate d'occhio e i riferimenti che Cappi dissemina a ogni pagina. Io ne ho trovati molti ma certo altrettanti mi saranno sfuggiti. Per esempio è sospetto che uno dei personaggi si chiami Gumbold e che la barca che Diabolik usa a Gau Long porti il nome di Quarterdeck che era la residenza di M, il capo di James Bond. Sul cinema di Hong Kong allusioni e personaggi si sprecano, e chiunque abbia amato la cultura popolare tra gli anni '60 e '70 dovrebbe rileggersi attentamente questo romanzo alla ricerca di tante piccole perle che, come Diabolik, anche noi siamo chiamati a rubare.

Stefano di Marino



La storia di Diabolik coincide con quella delle sorelle Angela e Luciana Giussani. Due belle, colte, spiritose e inquiete signore della buona borghesia milanese che ebbero il coraggio di diventare imprenditrici di se stesse in anni in cui una simile operazione era a dir poco anomala, e che non esitarono ad affrontare accuse e critiche, processi e sequestri pur di perseverare nella loro “grande avventura”.
Due geniali creative che non inventarono “solo” il personaggio ormai entrato nell’immaginario collettivo degli italiani, ma anche un modo tutto loro di fare fumetto. Di pensarlo, di scriverlo, di gestirlo, di viverlo.


Il primo numero di Diabolik, dal titolo Il Re del Terrore, arriva in edicola nel novembre 1962, edito dalla semisconosciuta Casa Editrice Astorina, fondata da una intraprendente signora di nome Angela Giussani. Nata a Milano nel 1922 ha un carattere forte, estroverso e ribelle. Negli anni Cinquanta, quando le poche donne che guidano un’automobile sono ancora guardate con curiosità e sospetto, Angela ha addirittura il brevetto di pilota d’aereo. Inoltre va a cavallo, scia e pratica svariati altri sport. E lavora sodo. All’inizio come modella per foto di moda e pubblicitarie (indimenticabile nella pubblicità del sapone Lux) e poi anche come giornalista e redattrice. A ventisette anni sposa l’editore Gino Sansoni: un tipo pieno di idee, che ha il coraggio e la sfacciataggine di mandarle in stampa tutte. In quell’epoca la giovane Angela si lascia trascinare volentieri nel turbine di iniziative del marito come autrice, redattrice e persino fotomodella. Al fianco di un personaggio tanto dinamico, sembrerebbe destinata a restare in ombra. E invece troverà la forza di rendersi indipendente, dedicherà tutta la sua vita lavorativa solo a Diabolik e dirigerà la Casa Editrice Astorina fino al giorno della sua scomparsa, avvenuta nel febbraio del 1987.
Negli anni Cinquanta, quando le poche donne che guidano un’automobile sono ancora guardate con curiosità e sospetto, Angela ha addirittura il brevetto di pilota d’aereo
Accanto a lei, un po’ intimidita da quella dirompente personalità, vive la sorella minore. Apparentemente più razionale e concreta,  per Luciana (nata a Milano nel 1928) all’inizio si prospetta una tranquilla carriera di impiegata. Dopo il diploma alla scuola tedesca trova un buon posto di lavoro presso una nota fabbrica di aspirapolvere, e nell’Italia del dopoguerra un impiego fisso e ben retribuito poteva apparire come l’ambizione di una vita. Per lei, invece, è soltanto una fase di transizione. Perché non si accontenta di stare solo a guardare le prime avventure editoriali della sorella maggiore: scalpita per affiancarla. D’altra parte anche Angela sente il bisogno di un appoggio, di un alter ego. La redazione di soggetti e sceneggiature per Diabolik appassiona da subito Luciana, che porterà avanti la direzione della testata anche da sola, dopo la morte della sorella. L’ultimo episodio da lei firmato risale a pochi mesi prima della sua scomparsa, avvenuta nel marzo del 2001.

Una ricca biografia delle sorelle Giussani è raccolta nel volume “Le regine del Terrore” (Edizioni BD, 2009) di Davide Barzi.

Dal sito Diabolik